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TASK 1: TEST SITE "ALTO TIBERINA FAULT"
Responsabile: Lauro Chiaraluce | INGV - Centro Nazionale Terremoti

L'area della Alta Val Tiberina, è ormai da molti anni oggetto di approfondite indagini geofisiche e geologiche a causa della presenza di una faglia conosciuta in letteratura come "Faglia Alto Tiberina" (ATF). Questa struttura di importanza regionale presenta dimensioni dell'ordine di decine di chilometri, con basso angolo di immersione (Barchi et al., 1998; Boncio et al., 2000; Collettini et al., 2002). La presenza nel mondo di faglie normali a basso angolo (LANF) è stata testimoniata da molti studi a carattere prevalentemente geologico (Lister e Davis, 1989) e geofisico (Floyd et al., 2001), mentre rimane controversa l'effettiva possibilità di attività su queste strutture e la capacità di generare terremoti a causa della loro non ottimale orientazione in un campo di sforzi estensionale di tipo Andersoniano (sigma1 verticale). La presenza di sismicità direttamente connessa alla attività di una LANF sarebbe quindi indice della esistenza, nella zona di faglia, di rocce con peculiari proprietà reologiche e/o sottoposte a particolari condizioni al contorno che possono indurre un particolare comportamento meccanico (fault weakness; Axen, 1992).

Per queste ragioni, nel 2000-01, alcuni gruppi di ricercatori hanno condotto in questa area, un esperimento a carattere prevalentemente sismologico installando e mantenendo operativa per alcuni mesi, una densa rete sismica (Piccinini et al., 2003). I dati acquisiti hanno mostrato la presenza di microsismcità lungo una superficie coincidente con la superficie della ATF (Chiaraluce et al., 2007), a sua volta ottenuta utilizzando le linee sismiche commerciali disponibili. Inoltre, a partire dal 2006, sono anche state installate una serie di cinque stazioni geodetiche attraverso l'ATF per misurare il campo di deformazione attivo nell'area e determinare l'accumulo di deformazione intersismico sull'ATF.

Un progetto specifico (AIRPLANE) finanziato dal MIUR (responsabili M. Cocco e A. Amato) è stato avviato recentemente e si propone il drastico miglioramento della qualità delle osservazioni sismologiche e geodetiche monitorando con maggiore risoluzione e dettaglio, la sismicità ed il tasso di deformazione legato alla attività della porzione più meridionale della ATF. Il progetto a carattere fortemente multi-disciplinare, consiste nella installazione di: una rete sismica composta da circa 20 stazioni installate in superficie, 3 stazioni sismiche installate in pozzi della profondità di circa 200 m e 7 stazioni geodetiche che andranno a implementare il transetto già attivo fin dal 2006. L'aspetto innovativo del progetto scaturisce dall'elevata qualità e densità delle osservazioni sismiche e geodetiche la cui durata è stata programmata per un minimo di tre anni. Al di là del forte impatto scientifico che i risultati del progetto produrranno si sottolinea l'impatto sulla valutazione della pericolosità sismica per strutture finora poco note in un'area ad alta densità abitativa (poche decine di chilometri a Nord di Perugia).

Nel presente progetto DPC proponiamo quindi di effettuare studi complementari e/o propedeutici a quelli previsti nel progetto AIRPLANE, che andranno a integrare il set di dati e le metodologie di indagine disponibili per gli studi scientifici dell'area.


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Pagine a cura di Milena Moretti e Raffaele Di Stefano