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TASK 2: TEST SITE "MESSINA STRAIT"
Responsabili: Lucia Margheriti e Giuseppe D'Anna | INGV - Centro Nazionale Terremoti

Il disastroso terremoto del 28 dicembre 1908 che ha colpito l'area dello Stretto di Messina, è stato uno dei più forti terremoti avvenuti in Italia (Mw=7.1). Gli studi condotti nei quasi cento anni passati da allora hanno evidenziato che la struttura responsabile del terremoto è una faglia normale ad andamento NNE-SSW localizzata all'interno dello stretto, ma l'identificazione di tale struttura è ancora in discussione (Pino et al. 2000 and references therein). Ancor piu' controverso è il quadro geodinamico all'interno del quale avviene l'estensione che caratterizza lo stretto di Messina. Il campo di deformazione dell'area Calabro - Peloritana è dominato da alcuni processi al primo ordine la cui definizione non è ancora completa a causa della mancanza di dati strumentali di dettaglio ma anche di progetti di ricerca multidisciplinari dedicati, per fare un'esempio solo negli ultimi anni grazie a fondi della convenzione DPC 2005-2007 sono stati realizzati e sono pronti per essere installati i primi OBS/H (G. D'Anna, G. Mangano, A. D'Alessandro, The new INGV broadband OBS/H: test and results on submarine Volcano Marsili and future developments, E.G.U. 2007) indispensabili per lo studio di una struttura simogenetica localizzata in mare come quella di Messina.
L'evoluzione dal Neogene ad oggi nell'area mediterranea del margine di placca tra Africa ed Eurasia è caratterizzata da una lenta convergenza tra le due placche accompagnata da una rapida subduzione legata all'arretramento dello slab (i.e. Faccenna et al 2001). L'estensione laterale della subduzione si è progressivamente ridotta e questa si è articolata in archi, uno di questi è l'arco Calabro ove ad oggi persiste una moderata attività sismica profonda che disegna un piano di Benioff largo meno di 300 km che immerge verso NW fino a a piu' di 500 km di profondità.

Varie ipotesi sono state fatte sul ruolo delle discontinuta' ai margini dello slab e su come queste influenzino i movimenti della crosta e del mantello (Lucente et al 2006; Arniani et al 2007). I dati sismologici attuali non individuano terremoti superficiali legati direttamente al processo di sottoscorrimento, è quindi poco chiaro se il piano di subduzione calabro sia realmente attivo. Recenti lavori (i.e D'Agostino e Selvaggi 2004) hanno mostrato che il forte retreat dello slab ionico non è più attivo ovvero lo è ad una velocità inferiore al mm/yr, circa due ordini di grandezza inferiore al recente passato geologico (50-70 mm/yr). D'altra parte l'analisi delle anomalie magnetiche del Marsili (Nicolosi et al. 2006) mostrano che nel Tirreno la formazione di crosta oceanica legata all'espansione del retroarco di subduzione e' stata sempre episodica con rapide espansioni seguite da lunghi periodi di quiescenza. Il patter di deformazione mostrato dai dati geodetici e dalle osservazioni sismologiche è complesso. Attualmente la collisione tra la Placca Africana e quella Eurasiatica è accomodata in una fascia ad andamento E-W a nord della Sicilia dove predominano i terremoti compressivi e forti variazioni dei meccanismi focali si osservano spostandosi verso lo Stretto di Messina (Pondrelli et al 2004; Neri et al 2004). In particolare, velocità relative dell'ordine di diversi mm/yr accompagnate a forti rotazioni sono chiaramente indicate dalle soluzioni combinate GPS di reti non permanenti e permanenti (D'Agostino e Selvaggi 2004). Il quadro cinematica regionale in cui si incastra l'estensione attiva nello stretto resta quindi poco chiaro, così come la relazione tra la subduzione e la cinematica crostale.

Viste queste premesse le sezioni dell'INGV CNT e CT hanno promosso un progetto di ricerca "Messina 1908-2008" dedicato allo studio di quest'area con la finalità di far convergere le conoscenze ed i dati attualmente a disposizione dei vari gruppi di ricerca in un'unica banca dati e di promuovere l'acquisizione di nuovi dati geodetici e sismologici (integrando le reti permanenti esistenti nell'area con più di 15 stazioni temporanee che hanno iniziato a registrare alla fine del 2007) ed infine applicare a questi nuovo dati tecniche di analisi avanzate.


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Staff

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Pagine a cura di Milena Moretti e Raffaele Di Stefano